03/04/11

Aggiornamenti da Buenos Aires 1


Aggiornamenti contingenti:

Il viaggio è andato relativamente bene. Diciamo che prima di partire ero abbastanza nervosa ed agitata. Dopo pranzo ho vomitato, mi sono dimenticata delle cose fondamentali (tipo le mie matite colorate) e avrei solo avuto voglia di mettermi a letto e dormire dormire dormire dormire dormire dormire dormire e dormire e svegliarmi con il sole mattutino, alzarmi, farmi la doccia, uscire verso le 09 a fare colazione con cappuccino e treccia dolce in uno dei “miei” bar in centro a Vicenza con l’arietta fresca che ti accarezza il viso e il sole dietro l’angolo della Basilica che fa capolino.

Invece all’aeroporto sono scoppiata a piangere.

L’ultima settimana in Italia è stata pazzesca: passeggiate notturne, cene e pranzi con amici, telefonate, un addio, una nuova amicizia, un amico ritrovato, la libertà, un’amica importante che si laurea, Venezia in un giorno di pioggia, un ragazzo.

Mentre stavo tornando a casa da Venezia in treno ascoltavo musica (forse gli Editors, forse i The Arcade Fire, non ricordo con esattezza), avevo solamente voglia di guardare fuori dal finestrino i miei pensieri che immobili corrono veloci. Poi d’improvviso mi vedo riflessa nel finestrino e mi chiedo come sia possibile macinare tanto, perché non possa smettere di pensare quando sono troppo stanca....

È come se la breve chiacchierata in piedi, appoggiata al muro di mattoni rossi, con le ossa umide per colpa di quella maledetta pioggerellina, avesse dato un giro di chiave per aprire quella porticina, situata proprio alla fine dello sterno, tra la cassa toracica e lo stomaco, che altro non aspettava.

Per fortuna pioveva perché se così non fosse stato forse avrei confuso tutto con la gioia per una bella giornata di sole significativa per una marea di gente che piantava la bandiera in una tappa della propria vita finendo poi con gli obbligati festeggiamenti.

Lunedì sera ho mangiato in 15 minuti, non volevo, non potevo, non dovevo rimanere in casa e sono andata a bermi una notevole quantità di birra buonissima in una birreria dove lavora un amico con un amico. Ho riso come una scema! Tornando a casa alle 02 di notte, avevo voglia di tornare a Venezia. Ci?!?! Ohi, ma sei fuori?>!>?!


Aggiornamenti contingenti:

Le Camel Light costano 7$ pesos = 1,2 €.

L’appartamento (Jean Jaurès, Buenos Aires, Capital Federal, Argentina) è al sedicesimo piano, è luminosissimo e si trova proprio davanti ad una fabbrica smessa convertita in un centro culturale fantastico, Conex!

Sto diventando una cliente del baretto sotto casa, “Lo de Pepe”, ci sono solo uomini e ho dovuto spiegare tre volte che non sono spagnola, ma che il mio accento è dovuto ad un anno di permanenza in Spagna. Nonostante ciò continuano a chiedermi “pero cuanto tiempo pasaste en Italia?!?!”

Ieri sono stata in università e sono rimasta a bocca aperta, farò foto per documentare.

Ieri sera sono riuscita a farmi la doccia calda (l’altro ieri era gelida perché non avevo acceso la caldaia...che idiota!), ma non ho potuto asciugarmi i capelli perché il mio phon ha la spina tedesca (grrrrrrrr!), quindi sono uscita a cena (carne argentina!) con i capelli bagnati. C’erano 22 gradi, 15 minuti dopo essere uscita di casa ha diluviato.

Adesso scendo a fumarmi una sigaretta, poi torno su, rileggo, continuo e invio.


Adesso ho fumato, mi sono riseduta, ho riletto, continuo ed invio.


Gli aggiornamenti non sono del tutto contingenti.

Io stranamente non mi sento né in preda al panico né all’ansia, piuttosto mi sento robusta e leggera, robusta e vuota.

Io dico solo che sono felice, che mi sento bene, che in aeroporto a Madrid ho pianto di nuovo senza saperne bene il motivo pensando a ciò che per me è importante, spaventata da ciò che avrei incontrato e spaventata da ciò che avrei lasciato.

Io credo in quello che mi succede e non credo che si possa decidere come devono andare le cose, ma sicuramente si può (forse sarebbe meglio dire si deve perché lo si vuole) essere coerenti con ciò in cui si crede.

[...]


Questa e’ parte di una mail (con modifiche e omissioni) inviata ieri pomeriggio a una persona speciale. Credo che siano le parole più significative per raccontare gli ultimi giorni italiani e primi giorni argentini.




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