23/04/11

LISTADO DE CARTULINAS SIN ENVÍO - Lista di cartoline senza spedizione


El viernes por la noche, a lo mejor bajo el efecto de la carne porteña servida en el Tamal y en las empanadas (de la quales una era esquisitamente frita!), elegimos los destinatarios de las cartulinas sin envío que iremos dibujando en los proximos días.
Algo me hace pensar que acabo de inventar la palabra cartulina.

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Venerdí sera, forse sotto l'effetto della carne argentina servita nel Tamal e nelle empanadas (delle quali una sera squisitamente fritta!), scegliemmo i destinatari delle cartoline senza spedizione che faremo nei prossimi giorni.
Qualcosa mi fa pensare che ho appena inventato la parola cartulina.

20/04/11

Silversun Pickups - Lazy Eye




I've been waiting

i've been waiting for this moment all my life

but it's not quite right


and this 'real'

it's impossible if possible

at who's blind word

so clear but so unheard


i've been waiting

i've been waiting for this silence all night long

it's just a matter of time


to appear sad

with the same 'ol decent lazy eye

fixed to rest on you

aim free and so untrue


everyone's so intimately rearranged

everyone can focus clearly with such shine


everyone's so intimately rearranged

everyone can focus clearly with such shine


lost and loaded

still the same 'ol decent lazy eye

straight through your gaze

that's why i said i relate

i said we relate

it's so fun to relate


it's the room the sun and the sky

it's the room the sun and the sky


i've been waiting

i've been waiting for this moment...


19/04/11

Aggiornamenti da Buenos Aires 4


ore 23:15

Tra poco pochissimo me ne vado a letto con la pancia che brontola un po’, ma senza la minima voglia di nutrirla. Ho cenato con tonno e verdure, un po’ di pane e una barretta di cioccolato che mi ha tenuto compagnia per tutta la durata del film: Santa Maradona. Yeah, che film! Questa giornata doveva finire così, serenamente, senza ansie (sfogate tutte ieri tra ore di telefonate e colori), senza ordine, senza cibo e senza cognizione del tempo che passa. Il tempo passa eccome...ma non si può mica ad aspettare che passi perché altrimenti non passa mai e quando non si vorrebbe che passasse, galoppa come una furia! Cliché..!

Credo che il mio vicino di casa sia sordo; sta guardando un film di guerra oppure gioca come un quindicenne con la play station e ovviamente vuole rendere partecipe tutto il vicinato del suo problema uditivo.

Quella del piano di sopra sposta sempre i mobili, non fa manutenzione alle porte che cigolano e ha un cane che tra un po’ mi piomba in casa visto che continua a raschiare il pavimento come un forsennato.

La strada non smette mai di scaldarsi sotto le ruote impazzite dei taxisti e dei porteñi (gli autoctoni).

E io probabilmente non smetterò mai di ripetere che la sigaretta delle 21 sarà l’ultima della serata, cocciuta bugiarda.



17/04/11

Aggiornamenti da Buenos Aires 3


SABATO NOTTE


Ieri sera sono andata a letto alle 03:30 dopo essere stata a 5 cm dal foglio di carta acquerellabile per 5/6ore circa, per disegnare, disegnare, disegnare, disegnare e dipingere.
Paradossalmente un dolore lancinante alla schiena mi rendeva ancora più instancabile.
La mano non si voleva fermare. ...e io che ci posso fare? Assecondo e disegno!
Il vento bussava con forza alle finestre.
Il cane del mio vicino abbaiava e abbaiava finché il padrone non e' rientrato.
Un grillo è apparso sulla maniglia esterna della porta che dalla cucina va in terrazzo. L’ho visto mentre mi scaldavo dell’acqua per una tisana e mi sono chiesta come sia possibile che un grillo fosse arrivato al sedicesimo piano....mah!
Stamani mi sono svegliata di soprassalto alle 09:30, dopo aver fatto un incubo pazzesco e poi in lontananza ascoltavo una canzone. Ho pensato che era impossibile che mi fossi dimenticata la musica accesa. Poi ho iniziato a cantare, nel letto, sottovoce, nascondendomi sotto alle coperta, dondolandomi per continuare a dormire, cantando sottovoce, dondolandomi, nel buio più totale. Non sono riuscita a togliermi dalla testa quello schifoso e notturno incubo. Un insensato incubo pieno di gente, ambientato in due luoghi agli antipodi, una villa campagna immersa nelle tenebre e l’ingresso luminosissimo di un condominio. Ho deciso che era meglio alzarsi e smetterla di vedere quelle immagini di ambienti saturi di persone dai volti conosciuti e che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. In casa regnava il silenzio, il vento aveva smesso di bussare alle mie finestre e la cicala era sparita. Ho acceso la musica e ho smesso di cantare.


07/04/11

Aggiornamenti da Buenos Aires 2


Sto imparando a scarabocchiare.

Ieri mattina per la prima volta ho scarabocchiato.

Ingredienti:

un foglio quadrato 70x70 cm

carboncino nero

entrambe le mani

pigrizia

pesantezza d’animo.

Niente disegni, solo scarabocchi.

Niente composizione, solo scarabocchi.


Da ogni singola cellula dell’epidermide è uscito un granello di polvere nero e denso che una volta giunto al sistema nervoso ha percorso in lungo e in largo la colonna vertebrale numerose e numerose volte.

All’aumentare della quantità di polvere, questa diventava sempre più densa e liquida, densa e liquida, densa e liquida. Si stava caricando come se fosse un mitra, prendeva la rincorsa come se avesse dovuto saltare 2m d’altezza. Poi si è materializzata sul foglio. È stato faticoso. Più faticoso del previsto.

È faticoso non controllare i propri pensieri, non decidere cosa si vuole disegnare, non decidere cosa si vuole vedere, non decidere chi si vuole essere. È faticoso non mettersi catene. È faticosa la libertà. È faticoso. È estremamente liberatorio.


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Estoy aprendiendo a garrapatear.

Ayer por la mañana por primera vez he garrapateado.

Ingredientes:

una hoja cuadrada 70x70cm

carboncillo negro

ambas manos

pereza

pesadez de ánimo.

Nada de dibujo, sólo garrapateos.

Nada de composición, sólo garrapateos.


De cada célula de la epidermis ha salido una partícula de polvo negra y dense que una vez llegada al sistema nervioso ha recorrido a lo largo y a lo ancho la columna vertebral numerosas veces.

Al aumentar la cantidad de polvo, ésta era siempre más densa y liquida, densa y liquida, densa y liquida. Se estaba cargando como si fuera una ametralladora, tomaba envión como si debiera saltar 2m de altura. Después se ha materializado en la hoja. Ha sido cansador. Más cansador de lo previsto.

Ha sido cansador no controlar los propios pensamientos, no decidir qué se quiere dibujar, no decidir lo que se quiere ver, no decidir lo que se quiere ser. Ha sido cansador no ponerse cadenas. Es cansadora la libertad. Ha sido cansador. Es estremamente liberador.





03/04/11

Aggiornamenti da Buenos Aires 1


Aggiornamenti contingenti:

Il viaggio è andato relativamente bene. Diciamo che prima di partire ero abbastanza nervosa ed agitata. Dopo pranzo ho vomitato, mi sono dimenticata delle cose fondamentali (tipo le mie matite colorate) e avrei solo avuto voglia di mettermi a letto e dormire dormire dormire dormire dormire dormire dormire e dormire e svegliarmi con il sole mattutino, alzarmi, farmi la doccia, uscire verso le 09 a fare colazione con cappuccino e treccia dolce in uno dei “miei” bar in centro a Vicenza con l’arietta fresca che ti accarezza il viso e il sole dietro l’angolo della Basilica che fa capolino.

Invece all’aeroporto sono scoppiata a piangere.

L’ultima settimana in Italia è stata pazzesca: passeggiate notturne, cene e pranzi con amici, telefonate, un addio, una nuova amicizia, un amico ritrovato, la libertà, un’amica importante che si laurea, Venezia in un giorno di pioggia, un ragazzo.

Mentre stavo tornando a casa da Venezia in treno ascoltavo musica (forse gli Editors, forse i The Arcade Fire, non ricordo con esattezza), avevo solamente voglia di guardare fuori dal finestrino i miei pensieri che immobili corrono veloci. Poi d’improvviso mi vedo riflessa nel finestrino e mi chiedo come sia possibile macinare tanto, perché non possa smettere di pensare quando sono troppo stanca....

È come se la breve chiacchierata in piedi, appoggiata al muro di mattoni rossi, con le ossa umide per colpa di quella maledetta pioggerellina, avesse dato un giro di chiave per aprire quella porticina, situata proprio alla fine dello sterno, tra la cassa toracica e lo stomaco, che altro non aspettava.

Per fortuna pioveva perché se così non fosse stato forse avrei confuso tutto con la gioia per una bella giornata di sole significativa per una marea di gente che piantava la bandiera in una tappa della propria vita finendo poi con gli obbligati festeggiamenti.

Lunedì sera ho mangiato in 15 minuti, non volevo, non potevo, non dovevo rimanere in casa e sono andata a bermi una notevole quantità di birra buonissima in una birreria dove lavora un amico con un amico. Ho riso come una scema! Tornando a casa alle 02 di notte, avevo voglia di tornare a Venezia. Ci?!?! Ohi, ma sei fuori?>!>?!


Aggiornamenti contingenti:

Le Camel Light costano 7$ pesos = 1,2 €.

L’appartamento (Jean Jaurès, Buenos Aires, Capital Federal, Argentina) è al sedicesimo piano, è luminosissimo e si trova proprio davanti ad una fabbrica smessa convertita in un centro culturale fantastico, Conex!

Sto diventando una cliente del baretto sotto casa, “Lo de Pepe”, ci sono solo uomini e ho dovuto spiegare tre volte che non sono spagnola, ma che il mio accento è dovuto ad un anno di permanenza in Spagna. Nonostante ciò continuano a chiedermi “pero cuanto tiempo pasaste en Italia?!?!”

Ieri sono stata in università e sono rimasta a bocca aperta, farò foto per documentare.

Ieri sera sono riuscita a farmi la doccia calda (l’altro ieri era gelida perché non avevo acceso la caldaia...che idiota!), ma non ho potuto asciugarmi i capelli perché il mio phon ha la spina tedesca (grrrrrrrr!), quindi sono uscita a cena (carne argentina!) con i capelli bagnati. C’erano 22 gradi, 15 minuti dopo essere uscita di casa ha diluviato.

Adesso scendo a fumarmi una sigaretta, poi torno su, rileggo, continuo e invio.


Adesso ho fumato, mi sono riseduta, ho riletto, continuo ed invio.


Gli aggiornamenti non sono del tutto contingenti.

Io stranamente non mi sento né in preda al panico né all’ansia, piuttosto mi sento robusta e leggera, robusta e vuota.

Io dico solo che sono felice, che mi sento bene, che in aeroporto a Madrid ho pianto di nuovo senza saperne bene il motivo pensando a ciò che per me è importante, spaventata da ciò che avrei incontrato e spaventata da ciò che avrei lasciato.

Io credo in quello che mi succede e non credo che si possa decidere come devono andare le cose, ma sicuramente si può (forse sarebbe meglio dire si deve perché lo si vuole) essere coerenti con ciò in cui si crede.

[...]


Questa e’ parte di una mail (con modifiche e omissioni) inviata ieri pomeriggio a una persona speciale. Credo che siano le parole più significative per raccontare gli ultimi giorni italiani e primi giorni argentini.