18/02/11

Capitolo 19, Una stupida rana

Dunque, questo è quello che penso: la maggior parte della gente, tranne qualche eccezione, probabilmente è convinta che il mondo e la vita siano fondamentalmente (o dovrebbero essere) qualcosa di coerente. Parlando con le persone intorno a me, mi succede spesso di arrivare a questa conclusione. Quando capita qualcosa, nella società o alle singole persone, la gente dice subito “è successo questo e quello perché così e colì”, e di solito tutti sono d’accordo, rispondono “ah, è vero, è vero”, ma io questo proprio non lo capisco. Dire “è successo questo causa di quello”, è come mettere il riso con gli altri ingredienti nel forno a microonde, schiacciare il pulsante, quando il campanello suona aprire lo sportello e tirare fuori l zuppa bell’e pronta. E la spiegazione dov’è? Quello che succede davvero da quando si schiaccia il pulsante a quando suona il campanello, non lo si può sapere perché il forno è chiuso. Può darsi che nel buio il riso senza che nessuno se ne accorga diventi prima un gratin di maccheroni, e poi torni di nuovo riso. Ma noi, quando il campanello suona, diamo per scontato che sia diventato zuppa. Però io penso che sia soltanto una presupposizione. Sarei più tranquilla se qualche volta, quando suona il campanello, aprendo trovassi un gratin di maccheroni. Naturalmente ne sarei stupita, però mi sentirei anche sollevata. Perlomeno non tanto confusa. In un certo senso mi sembrerebbe una cosa più reale.


Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo,

Capitolo 19, Una stupida rana (Punto di vista di Kasahara May - 5), parte terza, pagg. 632-633


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¿Sabes lo que me parece a mí? Pues que la mayor parte de la gente vive creyendo que la vida y el mundo son, aunque con excepciones, básicamente coherentes. (Deberían serlo, claro). He llegado muchas veces a esta conclusión hablando con los que me rodean. Cuando ocurre algo, ya sea en el terreno social o en personal, siempre hay uno que dice “O sea, que ha pasado esto porque aquello era así y asá”. “Ah, claro!”, y se quedan tan campantes, pero yo no acabo de entenderlo. Decir cosas del tipo “Aquello es así”, “Por eso ha pasado lo que ha pasado”, es como meter en el microondas un chawan-mushi[1]instantáneo, pulsar el botón y, cuando suena el ‘tin’, abrir la puerta y ¡ya esta listo el chawan-mushi! Y ¿Dónde esta la explicación? O sea, no sabes nada de nada de lo que ocurre, con la puerta bien cerrada, desde el instante en que pulsas el botón y hasta que la campanita hace “tin”. Quizás en la oscuridad, el chawan-mushi instantáneo se convierta, primero, en macarrones gratinados y, solo luego, vuelva a ser, otra vez, chawan-mushi, sin que sospechemos siquiera lo ocurrido ¿no? Puesto que hemos metido chawan-mushi instantáneo en el microondas, creemos que, como consecuencia lógica, ha de salir chawan-mushi. Pero eso no es más que una suposición. Yo, la verdad, me quedaría mas tranquila si alguna vez, al abrir la puerta, salieran macarrones gratinados tras haber puesto chawan-mushi instantáneo en el microondas y pulsar el botón. Me sorprendería, no hace falta decirlo, pero, al mismo tiempo, me quedaría mas tranquila. Creo que, al menos, no me sentiría tan confusa. Porque, en cierto sentido, eso me parecería mas “realista”


Haruki Murakami, Crónica del Pájaro que da cuerda al Mundo,